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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Le braccia alzate nella preghiera comunitaria carismatica

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Chi ha partecipato agli incontri di lode dei gruppi carismatici, sicuramente avrà notato come i partecipanti, assumano durante la lode delle posizioni che potremmo definire non usuali. In particolare mi riferisco ad un gesto che viene messo in evidenza nei gruppi di «Rinnovamento nello Spirito» ed è quello di alzare le mani verso il cielo. Chiaramente stiamo parlando di un gesto molto antico, già nell’Antico Testamento l’esempio più emblematico, più significativo di questo modo di rapportarsi con Dio, è certamente quello di Mosè. Questi era un uomo che la tradizione biblica presenta come il mediatore fra Dio e la comunità e come modello di intercessione. Sono le sue mani elevate che ottengono la vittoria contro Amalek: «Quando Mosè alzava le mani) Israele era il più forte, ma, quando le lasciava cadere, era più forte Amalek»(Es 17,11). Il catechismo per gli adulti al punto 972 scrive:  La preghiera cristiana è un dialogo a più voci, che ha l’ultimo riferiment...

.......Ritorno alla Lode Carismatica

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La Preghiera di Lode, o più correttamente Preghiera Comunitaria Carismatica. Anche questa non vuole essere una catechesi, anche perché sull'argomento esistono testi di autori sicuramente competenti e molto esaustivi, piuttosto, cercheremo di trattare l'argomento da un punto di vista pratico. Come tutti sappiamo il centro della spiritualità dei gruppi carismatici in genere, è la preghiera di lode, ovvero è il momento in cui il gruppo e la comunità si ritrovano per lodare e ringraziare il Signore, il tutto sotto l'azione dello Spirito Santo che attraverso la Sua Unzione rende carismatico l'incontro. Tradotto nel pratico, significa, che se si vuole evitare che la preghiera carismatica diventi un insieme di parole messe in fila, occorre che la stessa, sia guidata dallo Spirito Santo. In effetti qualcuno potrebbe dire che si tratta della scoperta dell'acqua calda, ma ahimè non è cosi, quando da un incontro di lode non né  usciamo  guariti, consolati con ...

Qualche considerazione sul dono delle lingue

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Per chiarire meglio alcune caratteristiche della preghiera comunitaria carismatica, bisogna meglio conoscere una particolare manifestazione che interviene durante la preghiera, ed in maniera più accentuata, dopo l’invocazione dello Spirito santo. Stiamo parlando del canto in lingue, o anche la preghiera in lingue.  E’ importante interrogarsi su che cosa è il dono delle lingue? Da dove proviene? Dove affonda le radici? Se è un carisma? In che cosa ci migliora e come si può ricevere? Ma una domanda sta' su tutte le altre: perché dovrei pregare in lingue quando posso pregare nella mia lingua madre? La risposta è molto più semplice di quello che pensiamo, e non mancano  certamente le catechesi sull'argomento, ma volendo sintetizzare possiamo dire, p erché pregare in lingue "oltrepassa" il pregare in una qualunque lingua; è un tipo di preghiera "superiore": è preghiera contemplativa; perché il dono delle lingue guarisce chi ne fa uso, p...

OPERATORI DI PACE ..........chi sono ?

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Io credo che gli operatori di pace di cui parla Gesù non sono quelli che noi chiamiamo pacifici, sicuramente non sono quelli che  amano la tranquillità o non  sopportano il dibattito o  si manifestano per natura  concilianti, gli operatori di pace non sono quelli che non voglio essere disturbati o peggio vogliono essere lasciati tranquilli.  Non si è operatori di pace perchè, fidandosi di Dio, non si reagisce alle offese o alla ferite, non si è operatori di pace quando davanti alle ingiustizie o agli errori si chiudono gli occhi per non provocare discussioni, né tantomeno si è operatori di pace avvallando scelte sbagliate per compiacere qualcuno o sottoscrivendo mentalità impregnate di un buonismo  sterile che porta lontani dalla volontà di Dio.  Operatore di pace è colui che  la possiede in se stesso, chi dentro la propria vita non ha pace evidentemente non può portarla o contagiarla ad altri. Seminare la pace ogni giorno ed in ogni occasione è ...

I FRUTTI AVVELENATI DELLA DIVISIONE

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Una bella riflessione sul cap.4 della lettera di Giacomo Purtroppo molto spesso all'interno delle comunità o anche in senso più largo all'interno della Chiesa, si consumano vere e proprie guerre senza esclusioni di colpi, si prende atto che sono storie vecchie e che precedono anche il cristianesimo. L'esempio più conosciuto lo possiamo trarre dalla  dal cap. 4 della Lettera di Giacomo dove  continua quel discorso sulle passioni e sulle contese che abbiamo già trovato nel passo precedente e in altri ancora prima. L’apostolo insiste proprio sulle contese, sulle liti, sulle divisioni che possono nascere all’interno delle comunità a causa delle passioni. 4,1Da dove vengono le guerre e da dove le battaglie tra di voi? Non forse da qui, cioè dalle passioni vostre che combattono nelle vostre membra?  Desiderate e non riuscite ad avere, uccidete e invidiate eppure non potete ottenere, combattete e fate guerra; non avete perché non chiedete, chiedete e non ottenete p...

Legati al palo, segnando il passo.

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Prendo spunto da un pensiero del caro Don Gino espresso in questo post, per capire come spesso, chi ha vissuto appropriandosi in pienezza della libertà dei figli di Dio, vada sempre incontro ad un percorso che definirei ....in salita. Certamente non dobbiamo scambiare la libertà con l'anarchia, quando come me, si vive all'interno della Chiesa e a maggior ragione all'interno di un cammino, non si può essere anarchici, e' giusto seguire delle regole, ma e' anche vero che le stesse regole non debbano impedirmi di vivere la pienezza della libertà che Gesù con la Sua morte e Risurrezione ci ha consegnato. E' normale regolamentare la vita comunitaria, come quella sociale, ma mentre nessuno di noi pensa di mettersi a contestare le leggi di uno stato, quando si passa alla vita spirituale la cosa si fa' anche più delicata, in quanto la stessa non può prescindere da una libertà interiore, sulla quale diventa complicato imporre delle regole, anche perché la stessa...

4 Anni Straordinari con lo Spirito Santo -

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Ricordo ancora le ultime votazioni pastorali del gruppo del 2011, che mi videro come il primo dei non eletti. Chiaramente dopo tanti anni di RnS e tanti pastorali eletti, umanamente mi sono chiesto più di una volta del perché il Signore sceglieva sempre altri per questo compito, si sa, a volte si cade nel frainteso che andare in un pastorale equivale ad una promozione che lo Spirito ti da , o non andare, peggio equivale ad una bocciatura. La cosa vera è che invece il Signore ha per ciascuno di noi un progetto diverso, che quasi mai coincide col nostro modo (per fortuna) di vedere le cose. Non voglio andare più indietro degli ultimi 4 anni, dove anche li ci sarebbe molto da dire e da raccontare, mi limito  semplicemente a ricordare questi ultimi, semplicemente per dare gloria a Dio è testimoniare le belle cose di cui ci ha fatto essere protagonisti. E per una insistenza di Renato C. che mi lascio convincere nel 2012 a formare un cenacolo di preghiera dove insieme con Tony M...